Scopriamo la deep mindfulness

a cura di Massimo Gusmano

Si intende come “Deep Mindfulness” una Mindfulness che si colloca all’interno della tradizione Buddhista; quindi una Mindfulness che vuole recuperare le sue origini (pratica meditativa della Vipassana) e che si arricchisce dei preziosi insegnamenti e delle pratiche di questa tradizione spirituale. Cosa significa più precisamente?

L’identificazione con l’Io o Identità  

Un punto cardine della Mindfulness è l’allenamento al “guardare da lontano” sviluppando l’osservatore, la disidentificazione ed un’attitudine all’equanimità: tutto ciò diviene preziosa risorsa nella trasformazione, ad esempio, delle emozioni distruttive. Nel sentiero spirituale tale attitudine  riguarda principalmente il “prendere distanza” dal nostro prorompente Ego, abbassandone la forza, per poterci avvicinare ad una conoscenza diretta della sua vera natura insostanziale (vacuità); ciò consente inoltre la nascita di una autentica compassione.

Impermanenza e morte

Il prendere consapevolezza dell’impermanenza nella pratica meditativa ci porta a riflettere sulla nostra preziosa vita umana ma insieme sulla sua sicura perdita aprendoci alla dimensione della morte. Per affrontare questo aspetto della nostra esistenza la sola psicologia non è sufficiente, serve una visione spirituale.

Sofferenza sottile

L’incontro con la sofferenza sottile, dovuta alla costituzione stessa del nostro corpo e della nostra mente condizionata dal karma e dai difetti mentali, costituisce un aspetto importante della dimensione spirituale. Sviluppare attitudini come la compassione, la gentilezza, ecc. è un potente antidoto rispetto al proliferare di aspetti negativi della nostra mente come la rabbia, la paura, l’invidia, l’orgoglio, ecc.

Tutti questi temi, ed anche altri, sono molto importanti in un percorso spirituale; l’approccio alla Deep Mindfulness vuole integrarli e portarli alla riflessione ed alla pratica di coloro che intendono affrontare e trasformare se stessi.